Il torrente Maso

Bassa Valsugana e Tesino

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Alta Valsugana, Lagorai e Vigolana
Consigliato da Pescare in Trentino

Un ponte sul torrente, la magia dell'alpeggio, panorami mozzafiato e pesci selvatici. Se dovessi riassumere in quattro aspetti ciò che offre il Torrente Maso in Valsugana (siamo esattamente in Val Calamento), sarei tentato di esprimermi così. Lo farei senza alcuna esitazione, convinto di ogni parola, perchè sono aspetti cruciali del corso d'acqua, che ha molto da offrire non solo per la pesca, bensì in un'esperienza sensoriale a 360 gradi. La bellezza paesaggistica, l'ambiente incontaminato, l'aspetto ancora "vergine" di alcuni tratti e la fauna ittica nata e cresciuta sul torrente rendono il Maso uno spot per tutti coloro che vogliono allontanarsi dalle classiche mete, spesso affollate e pesantemente battute dei pescatori, a favore invece di posti tutti da scoprire. Ed è proprio questo che facciamo oggi: partiamo alla scoperta del Maso, iniziando il tour analizzando alcuni suoi aspetti per passare, poi, a regolamenti ed attrezzi consigliati.

Caratteristiche del torrente e prede presenti

Il torrente Maso ha un'origine doppia perchè è costituito da due rami che si intrecciano a metà corsa. Il Maso di Spinelle (ramo sinistro), nasce in Val Campelle, mentre il Maso di Calamento nasce appunto nella Val Calamento. Per chi non fosse pratico delle valli del Trentino, potremmo dire di trovarci in un territorio tra la bassa Valsugana e il Lagorai. Queste macro-aree sono di più semplice comprensione e offrono una più semplice identificazione. Il maso di Spinelle è più rustico, con spazi ristretti ed una vegetazione molto fitta. Offre scorci meravigliosi ed un ambiente ancora intatto, lontano dal turismo di massa. Il Maso di Calamento, invece, è stato coinvolto in processi di modifica dell'alveo, che l'hanno ingabbiato in più punti, mantenendo comunque la bellezza paesaggistica originaria. La trota fario autoctona fa da padrona, con esemplari che raggiungono massimo i 35/40 centimetri di lunghezza. Non nascondo però che la popolazione principale è costituita da trotelle, divertenti e combattive, che però raggiungono la quota di 20/25 centimetri, dalla livrea straordinariamente unica ed originale. Pertanto il Maso deve essere apprezzato più per le sue doti intrinseche che per la taglia dei pesci che potrebbe offrire.

Regolamento

Il tratto consigliato nell'itinerario appartiene al Maso di Calamento. Le acque del Maso sono in gestione all'Associazione Pescatori Dilettanti della Valsugana. L'apertura è fissata al 1° maggio e la chiusura al 30 settembre. Per pescare sul torrente Maso occorre acquistare un permesso giornaliero (anche senza essere in possesso di licenza di tipo B), dal costo di 12€ che consente di catturare fino a 5 trote, con misura minima di 22 centimetri per la trota fario. Sono ammesse sia le esche artificiali (cucchiaino, minnow, ondulanti) che naturali (camola, lombrico). In particolare, per le esche naturali, occorre pescare con un amo di apertura minima di 1 centimetro e senza ardiglione. Segnalo altresì che per il lato del Maso di Spinelle classificato come zona I1, la pesca è vietata il venerdì non festivo. Il regolamento per l'anno 2023 potrebbe aver subito modifiche da quanto dichiarato, quindi consiglio di contattare l'Associazione Pescatori Dilettanti della Valsugana per maggior sicurezza all'indirizzo email: ass.pesca.valsugana@virgilio.it .

Attrezzature consigliate

Per affrontare al meglio il Maso, consiglio di portare con sé una canna da spinning leggera, di 1,80 metri (monopezzo o in due pazzi) con azione 2/8 grammi o 4/12 grammi oppure una lunga teleregolabile, tipo 8,50 metri o 10 metri. Ottima anche la pesca a mosca. La pesca a spinning può essere praticata con artificiali da 4/6 grammi, manovrati sapientemente lungo le correntine o nelle buche. Solitamente l'attacco della trota è fulmineo, ma la piccola taglia delle trote impone di evitare ferrate troppo energiche. La pesca con le esche naturali, invece, può essere praticata con la teleregolabile che dovrà sondare accuratamente ogni buca, mantenendo l'esca in corrente (camole o lombrichi), disposta su un terminale di 50 cm, più che sufficienti per assicurarne la giusta mobilità.

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